La responsabilità della città più intelligente

Intervento di Piera Magnatti - 5 novembre 2012

Nell’ambito dei lavori del Piano Strategico Metropolitano di Bologna il report  prodotto dal tavoloInnovazione e sviluppo ha dedicato particolare attenzione e spazio al concetto di città intelligente. “Bologna è smart?”: titolava un capitolo del rapporto e, contemporaneamente, si domandava il gruppo di lavoro preposto alla redazione di tale report. Per valutare il posizionamento del sistema metropolitano bolognese il gruppo ha deciso di adottare una prospettiva da subito internazionale assumendo che, in una dimensione sempre più globale, ogni territorio ha la necessità di confrontarsi con altri territori per definire i propri tratti identitari, favorire il processo di posizionamento strategico e verificare le migliori pratiche; comunque conscio che i confronti internazionali su molte variabili sono molto complessi, poiché complesso è confrontare le interazioni fra asset pubblici e territoriali per ogni sistema istituzionale.

Detto questo, l’adozione di una prospettiva internazionale per un sistema come quello bolognese è per noi apparsa di fondamentale importanza, tenuto conto della forte internazionalizzazione del sistema produttivo e del necessario posizionamento almeno a scala europea dei principali grandi investimenti pubblici in ricerca ed innovazione.

Per questa ragione ci siamo ispirati a uno studio del 2007 realizzato dal Politecnico di Vienna in collaborazione con l’Università di Lubiana e il Politecnico di Delft (Smart cities. Ranking of European medium-sized cities) che ha analizzato città europee di media grandezza, con una popolazione inferiore a 500.000 abitanti.

Abbiamo quindi voluto mettere in relazione Bologna con i best performer europei evidenziati dallo studio per ogni “proprietà” considerata, con l’obiettivo di identificarne i lati forti e deboli nell’ambito di determinati settori chiave.

Le valutazioni sono state effettuate ad ampio spettro, toccando diversi settori: dall’informazione alle tecnologie di comunicazione, dallo sviluppo economico alle politiche sociali, assumendo che una città intelligente può affrontare le sfide della globalizzazione e della crisi economica ponendo un’attenzione particolare anche alla coesione sociale, alla sicurezza dei cittadini, alla diffusione e disponibilità della conoscenza, alla creatività, alla libertà e alla mobilità, alla qualità dell’ambiente naturale e culturale.

Abbiamo quindi letto con molto interesse i risultati della ricerca “ICity rate” realizzata da ForumPA in occasione di Smart City Exhibition in cui Bologna risulta la città più smart in Italia, per molti tratti simile nella impostazione al lavoro svolto per il Piano Strategico.

Ma se nel confronto nazionale Bologna eccelle in molte dimensioni, nel quadro europeo, nella misurazione della distanza con le città più performanti, emerge come lo spazio da colmare per competere con le migliori città medie europee è per alcuni settori ancora ampio.

Non mancano i presupposti positivi affinché tale spazio venga colmato: la storia europea della città, la leadership nazionale attuale, gli asset di cui il territorio è dotato, la volontà politica del governo di Bologna a confrontarsi in una dimensione europea, un contesto regionale sinergico all’obiettivo (4 città nelle prime 10 posizioni di ICity rate sono emilano-romagnole), sono tutte componenti importanti di un percorso volto a garantire condizioni di eccellenza in linea con i migliori standard europei ai cittadini e alle imprese di questa città.