4_LAVORO E NUOVA ECONOMIA
Lavoro, conoscenza e nuova economia
Nel mondo che ci porta al 2050, il lavoro è destinato a cambiare più di quanto non sia avvenuto in un secolo. L’automazione, l’intelligenza artificiale e la transizione verde ridisegnano mestieri, competenze, forme di impresa e tempi di vita, mentre la precarietà e le disuguaglianze rischiano di minare la coesione sociale.
Bologna Metropolitana mette a valore la capacità di gestione condivisa dei processi di trasformazione industriale per andare oltre la creazione e la stabilizzazione dell’occupazione: per applicare i nuovi paradigmi dell’economia sociale, bisognerà rigenerare il significato stesso del lavoro come esperienza di cittadinanza, dignità e partecipazione in luoghi di lavoro accoglienti e sicuri.
La città del sapere, della cooperazione, della contrattazione collettiva e della manifattura intelligente dovrà connettere università, imprese, istituzioni, terzo settore, organizzazioni sindacali e nuove generazioni per immaginare una “nuova economia metropolitana”, che unisca produzione, ricerca, cultura e responsabilità ambientale. Una città dove il progresso tecnologico non sostituisce il lavoro umano, ma lo valorizza. Dove la conoscenza diventa la principale risorsa rinnovabile e la giustizia sociale la misura del successo economico.
Bologna metropolitana deve cogliere a pieno le opportunità del Tecnopolo DAMA, delle capacità di supercalcolo e dell’ecosistema dell’innovazione in sinergia con università e centri di ricerca, in un dialogo costante con il mondo per accompagnare nuove competenze, nuovi investimenti, nuove forme di impresa che trovano in Bologna metropolitana una nuova casa.
Per tutti i settori — dalla manifattura alla cultura, dall’artigianato al commercio, dall’agroalimentare all’edilizia, dal comparto socio-sanitario a quello educativo, al lavoro pubblico — occorre immaginare, con un’operatività intersettoriale, le nuove frontiere di tenuta delle imprese e del lavoro come bene comune.
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