Città e metropoli europee più protagoniste

L’AMB incontra le grandi città europee per chiedere all’UE e agli Stati che sia riconosciuto un ruolo più importante

I partecipanti al convegno EMA – European Metropolitan Authorities
I partecipanti al convegno EMA – European Metropolitan Authorities

13 marzo 2015: a Barcellona si è aperto uno spazio di dibattito politico per costruire insieme il futuro delle città europee, che sono guidate da autorità metropolitane propositive, dinamiche, innovative e aperte alla partecipazione e che intendono lavorare per migliorare la qualità di la vita dei propri cittadini: la giornata sulle Autorità Metropolitane Europee (EMA) ha riunito a Barcellona sindaci e presidenti di alcune delle principali città d’Europa.

Questa conferenza è motivata dalla importanza che lo sviluppo urbano, a partire dagli anni 2000,ha acquisito sul governo locale, a livello socio-economico, geografico e ambientale. Le metropoli contemporanee sono diventate entità complesse, autonome e diverse, dove si manifestano tutte le esigenze e gli interessi dei cittadini. Secondo la previsione fatta da UN Habitat, nel 2025 la popolazione mondiale raggiungerà gli 8.000 milioni e i due terzi vivranno nelle grandi città e nelle aree metropolitane. In particolare, nel contesto europeo, circa 359 milioni di persone (il 72% della popolazione totale dell’UE) vive nelle grandi città e aree metropolitane e nel 2050 si prevede che supererà l’80%.

Non solo: esse rappresentano anche il motore della crescita, dello sviluppo e dell’economia europea. Nelle grandi città e aree metropolitane, nonostante il contesto di crisi generalizzata e austerità delle finanze pubbliche, si registrano i più alti livelli di crescita economica nazionale, innovazione e creazione di posti di lavoro: vi risiedono, infatti, le principali funzioni commerciali, culturali e governative e il loro benessere è vitale per la sostenibilità, la competitività e il progresso sociale ed economico dell’Europa e dei suoi cittadini. Attualmente in Europa ci sono circa 120 grandi città e aree metropolitane e, secondo l’ufficio statistico europeo Eurostat, vi si concentra l’85% del PIL europeo.

Paesi, come la Francia e l’Italia, hanno avviato processi istituzionali per creare nuove città metropolitane, che incideranno sulla loro governance territoriale; ma, in generale, è raro che il governo metropolitano sia pianificato dal punto di vista amministrativo ed economico.

Una megalopoli asiatica o latino-americana, una città globale europea o nord-americana o una città metropolitana impostata come un livello regionale certamente non sono uguali né devono affrontare gli stessi problemi legati alla governance. Tuttavia, sono accomunate dalle stesse sfide e opportunità per quanto riguarda i servizi pubblici di base, l’esclusione sociale, l’housing, la sostenibilità economica, sociale e ambientale: senza una nuova agenda metropolitana non si possono ottenere né le risorse né le norme adeguate per rispondere a tali emergenze.

Pertanto, da un lato, istituzioni come l’Unione Europea, le Nazioni Unite e l’OCSE devono riconoscere sempre di più la dimensione metropolitana; dall’altro, le grandi città europee e aree metropolitane devono tessere alleanze e difendere attivamente i loro interessi presentando proposte all’Unione europea in ambiti quali il progetto Agenda Urbana Europea e attuazione dei Fondi Europei 2014-2020. La volontà dell’Area Metropolitana di Barcellona (AMB), che ha organizzato l’incontro, è che questa alleanza continui nel tempo e che se ne possano organizzare altri regolarmente in diverse città europee.

 

 
Mappa relazioni internazionali
Mappa relazioni internazionali

L’incontro ha riunito rappresentanti politici di 15 città appartenenti a 10 paesi (Vienna, Parigi, Bruxelles, Torino, Bologna, Toulouse, Porto, Rennes, Lille, Marsiglia, Liverpool, Varsavia, Oslo, Barcellona e Novi Sad) più OCSE. Hanno inoltre partecipato le reti globali delle città europee come UCLG, Metropolis, Eurocities, METREX, Medcities e FMDV, che aiutano a garantire una maggiore diffusione e impatto dell’azione delle città metropolitane in Europa e nel mondo.

Durante la conferenza, i rappresentanti delle città metropolitane europee hanno discusso sui diversi modelli di governance, cooperazione tra le città e competitività territoriale. Si sono tenute due tavole rotonde: la prima (“Verso l’Europa delle Metropoli. La cooperazione tra metropoli”) tra i rappresentanti delle città e delle organizzazioni, la seconda (Visioni metropolitane su “Competitività e inclusione sociale nelle aree metropolitane”) tra i sindaci e i presidenti di aree metropolitane, a cui ha partecipato anche Xavier Trias, sindaco di Barcellona e presidente dell’AMB.

La giornata si è conclusa con la lettura e adozione della  Dichiarazione di Barcellona : un manifesto di 10 punti che prevede la cooperazione tra le città, il trasferimento di conoscenze ed esperienze e che invita l’Unione Europea e gli Stati membri a riconoscere ai governi metropolitani un ruolo maggiore e a destinare loro più risorse nel bilancio 2014-2020 e dopo il 2020. L’obiettivo è quello di imporsi alle istituzioni di governo locale, nazionale ed europeo come un gruppo volto a dare impulso e promozione alle iniziative politiche d’eccellenza.

A fine convegno, Piero Fassino, Presidente della Città Metropolitana di Torino, ha proposto di organizzare il secondo incontro tra le autorità metropolitane, nel 2016, a Torino.

Tutte i rappresentanti delle città coinvolte hanno sottolineato l’urgenza di chiedere all’Unione Europea che siano riconosciuti maggiormente il ruolo e il potere del governo metropolitano e dei suoi organi, non solo a livello tecnico e accademico/culturale, ma anche a livello politico; molte di esse sono già impegnate in questa negoziazione con l’Europa per ottenere anche un piano di investimenti che dia loro più valore (Rapporto Città Metropolitana – Europa).

I partecipanti al convegno, inoltre, hanno evidenziato alcune grandi sfide che le autorità metropolitane sono chiamate ad affrontare nel lungo periodo:

    • Incentivare la cooperazione e la sinergia tra città metropolitane, simili per istanze e dimensioni, su temi di interesse comune. Esistono sì differenze e competitività, ma è necessario instaurare complicità e connessioni fisiche e non; pertanto le città metropolitane devono cooperare, condividere conoscenze e best practices e sviluppare strategie integrate di lungo termine, attraverso momenti di confronto e forme permanenti di collaborazione (favoriti da programmi europei come Urbact). Esse si possono unire anche sottoforma di consorzi economici che permettano loro di fare grandi operazioni economiche, guadagnando tempo e risorse e migliorando il loro ruolo nel mercato globale.
    • Implementare la coesione e l’integrazione territoriale, superando i problemi di governo metropolitano, spesso legati all’appartenenza dei membri a partiti differenti, spinti dalla convinzione che l’interesse generale è prioritario rispetto a quello dei singoli territori, cioè che la scala locale non è più sufficiente per risolvere le sfide attuali. Ciò non toglie che, pure all’interno di una strategia unitaria, siano non solo rispettate, ma anche valorizzate, le vocazioni specifiche delle singole realtà che compongono un’area metropolitana, in modo che ogni territorio si senta identificato e non venga marginalizzato (Rapporto Capoluogo Città Metropolitana– Comuni).
    • Accrescere il senso di appartenenza nei cittadini e negli attori locali, promuovendo azioni di informazione e comunicazione, avvicinandosi loro attraverso riunioni pubbliche e coinvolgendoli maggiormente nelle politiche pubbliche.
    • Costruire un consenso allargato, attraverso politiche condivise e democratiche, che considerino le istanze di tutto il mosaico sociale.
    • Definire una chiara identità metropolitana, affinché la città metropolitana non sia percepita come un livello in più ridondante, ma come il livello più adatto per governare certi processi e portare avanti certi progetti, i cui impatti si ripercuotono anche nella quotidianità dei cittadini.
    • Adottare un approccio innovativo, fondato suuna governance metropolitana integrata (multilivello e multisettore), esplorando le possibili forme di sussidiarietà con i vari livelli di governo (Rapporto Città Metropolitana – Comuni/Regioni/Stato); contemporaneamente è necessario tendere alla semplificazione del modello di governance metropolitano.
    • Concepire le città metropolitane in una prospettiva evolutiva: l’evoluzione delle tecnologie fa sì che abbia luogo anche l’evoluzione delle dimensioni territoriali, ossia che si realizzino nuovi spazi e distanze. Le città devono essere pronte a identificarsi in dimensioni economiche che via via diventano sempre più ampie (vedi l’asse Torino-Milano che, grazie all’alta velocità, si allargherà fino a comprendere Parigi diventando un’unica macro area economica, riconosciuta e in grado di giocare un ruolo competitivo a livello mondiale).
    • Inseguire e integrare una pluralità di vocazioni investendo su nuovi assi di sviluppo (ricerca, Università, cultura, innovazione tecnologica, turismo, …) spesso differenti rispetto alla vocazione industriale che caratterizzava ogni città nel XX secolo.
    • Implementare le politiche di crescita e occupazione; parallelamente è necessario organizzare i flussi di persone tra gli stati europei: fenomeno che, da un lato, impoverisce certi paesi del capitale conoscitivo, e, dall’altro, provoca problemi legati a un’esplosione demografica.
    • Soddisfare la forte domanda di abitazioni pubbliche, attraverso importantie diffusi programmi di housing sociale.
    • Ridurre le disparità tra territori e le tensioni sociali e accrescere l’inclusione sociale, sia in termini fisici, investendo su grandi progetti infrastrutturali, di mobilità e di trasporto pubblico, sia in termini culturali e di accessibilità ai servizi.
    • Tutelare l’ambiente, impegnandosi nella lotta al consumo di suolo e all’inquinamento, attraverso l’impiego di tecnologie innovative e veicoli elettrici anche nel trasporto pubblico.
    • Incoraggiare lo sviluppo economico, l’attrattività e la competitività, facendo leva sull’istruzione, sulla formazione continua e sulla ricerca, in stretto rapporto con le imprese(industria della conoscenza).
    • Rafforzare il flusso economico tra città metropolitane e imprese e accrescere l’influenza dei governi metropolitani sulle multinazionali, specialmente in termini di cambiamenti climatici e acqua (Rapporto Città Metropolitana – Mercato economico).
    • Innalzare la qualità della vita, garantendo la sostenibilità delle scelte: ciò significa trovare il giusto equilibrio tra sviluppo di nuove tecnologie/ erogazione di servizi innovativi e diritti civili/ democrazia/ partecipazione dei cittadini/ rispetto dell’ambiente e del paesaggio.
    • Semplificare e migliorare il sistema di servizi pubblici per i cittadini e le PMI.

Per ulteriori informazioni www.amb.cat/web/amb/govern-metropolita/relacions-internacionals/ambmetropole/en