Riportiamo qui di seguito l’intervento di Daniele Donati, Presidente del Comitato Scientifico del PSM, pubblicato sul la Repubblica Bologna il 30 agosto 2012.
Come rilevato da più parti, il PSM ha conosciuto una risposta straordinaria da parte della comunità locale: ai tavoli tematici si sono registrate oltre 900 iscrizioni e ad oggi abbiamo ricevuto circa 500 schede progetto, presentate da attori diversissimi tra loro per posizione, dimensioni, rilevanza economica, capacità rappresentativa. Questa, che è una caratteristica essenziale e straordinaria del nostro Piano Strategico, un unico nel genere, ci consegna un carico di responsabilità che mai abbiamo smesso di considerare: è, come abbiamo detto tante volte, un’occasione irripetibile di lotta alla diserzione e la prova che, in questo territorio, i cittadini, le associazioni, le istituzioni, le forze economiche e sindacali riescono ancora a credere nel disegno di un futuro condiviso e in un governo trasparente delle scelte che ci aspettano. Sul fronte delle critiche, si rileva però come questo credito, questo patrimonio di fiducia rischi di arenarsi per le tortuosità e le rigidità del nostro procedere, e consenta l’avanzare, anche su piani distinti, di altre dinamiche, antagoniste al Piano.
È bene allora innanzitutto chiarire a che punto siamo.
In questo momento i lavori del PSM consistono essenzialmente in un’istruttoria che i membri del Comitato scientifico e del Collegio tecnico stanno svolgendo per “dare sistema” alla mole di proposte arrivate, operando anche trasversalmente tra ambiti tradizionalmente distinti alla ricerca di connessioni e assonanze, al fine di identificare e comporre quali saranno i grandi programmi che daranno corpo al piano, i “capitoli” del patto strategico la cui firma, da parte di tutti i partecipanti, rappresenta l’atto finale dei PSM. Ognuno di questi capitoli, è bene precisare, sarà costituito da una pluralità di azioni, di linee, di assi progettuali, nei quali troveranno spazio tutte le proposte coerenti con la visione della città che si va delineando. Per capirci con un esempio, portato ieri alla ribalta: se un programma è la ricostruzione della manifattura bolognese, in questo ambito rientrano azioni diverse tra loro, che vanno dagli interventi sulla formazione alla semplificazione della burocrazia per le imprese.
Se dunque questo è un momento di “silenzio” e di lavoro tecnico, ciò è soltanto per assicurare la massima attenzione e la giusta ponderazione di tutte le idee presentate, e per arrivare ad una prima proposta che, dopo la presentazione a fine mese al Comitato Promotore Bologna 2021, sarà discussa, questa volta senza cronometri, alla terza riunione dei Tavoli, in cui si delineeranno anche le linee di indirizzo per l’organizzazione e l’attività successiva dei gruppi di progettazione operativa che porterà alla stesura definitiva del Piano. Quello che ci aspetta in autunno è, perciò, il momento del confronto e delle scelte. E sarà possibile percorrerlo in modo concreto ed efficace, aperto e condiviso, solo grazie al lavoro sotterraneo di elaborazione e sistematizzazione che si svolge in questi giorni.
Anche a questo proposito è però bene essere chiari fin d’ora.
Non abbiamo mai detto, o creduto, che il PSM rappresentasse l’anno zero della politica locale. Arriva oggi, e sta affermando il proprio ruolo e metodo tra scelte già compiute (e programmi già votati) in passato. La nostra aspirazione, il nostro compito è, piuttosto, quello di proporre fin d’ora, in ragione delle migliori idee in circolazione, le linee per la costruzione del futuro.
E ciò nell’inevitabile e sacrosanta tensione che corre tra attori e interessi diversi, non cercando l’omologazione di tutti attorno a scelte forti e già determinate, ma la integrazione di molti attorno a una visione condivisa.