ARTI COME BUSSOLE E LEVATRICI - 11 dicembre 2015
Il seminario è stato un'occasione di confronto e riflessione sul valore del welfare culturale nell’area metropolitana come contributo fondamentale alla costruzione della qualità della vita, alla luce anche delle esperienze di “teatro di interazione sociale”, che coinvolgono persone in situazione di disagio, vulnerabilità, esclusione sociale realizzando obiettivi di valenza terapeutica nonché di sensibilizzazione della collettività.
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ES.TE.SO. L’ESTATE DEI TEATRI SOLIDALI - maggio/settembre 2014
Vari palcoscenici della città e della provincia di Bologna accolgono 5 rassegne che sostengono il teatro come opportunità innovativa di socializzazione e integrazione in una prospettiva di welfare culturale.
Salgono sul palco oltre 450 tra artisti e tecnici (professionisti e non), tra le quali persone in condizioni di fragilità di vario genere.
Questo cartellone collettivo è organizzato da 6 compagnie e associazioni della Rete provinciale dei Teatri Solidali con il sostegno della Provincia di Bologna e dall’Istituto Gian Franco Minguzzi, partner ufficiali del progetto PSM Welfare Culturale: molteplici arti.
Questi spettacoli ed eventi performativi sono occasioni concrete, testimonianze, di quella molteplice e vivace realtà artistica che, coniugando arte e solidarietà, produce benessere e promuove inclusione sociale.
UN BEL WELFARE! LA CULTURA NELLA COSTRUZIONE DEL BENESSERE PERSONALE E SOCIALE - 29 gennaio 2014
«É la bellezza che ci fa ragionare meglio» con queste parole Graziella Giovannini ha concluso la giornata di studi sul welfare culturale che si è tenuta il 29 gennaio a Bologna.
É stata un’occasione per riflettere e discutere sulla valenza non solo terapeutica, ma anche etica ed estetica delle attività culturali con funzioni sociali. Il dibattito - estremamente attuale - è nato all’interno del Piano Strategico Metropolitano e si è concretizzato nel progetto Welfare Culturale: molteplici arti. In questa sede si è voluto consolidare il progetto sul piano teorico ed operativo, contribuendo a ridisegnare la mappa della città di Bologna e della prossima città metropolitana.
Nel corso della mattinata, animata da letture a cura di Angela Malfitano e musiche di Guido Scoto, i relatori hanno tentato di inquadrare e chiarire che cosa si intenda per welfare culturale. Non si tratta solo di attività culturali con funzioni sociali; è un humus, un’atmosfera, per dirla alla Trimarchi, che facilita la connessione e la produzione culturale, per i quali sono necessari luoghi e spazi nuovi e riqualificati; in questo modo si riuscirà a fare fronte all’attuale isolamento fisico della cultura, a disegnare una nuova mappa della città dove quest’ultima dialoga “teatralmente” con coloro che la occupano.
È uno strumento di cittadinanza - come ha sottolineato Flavia Franzoni: promuovendo l’inclusione e l’integrazione sociale, la cultura crea capitale sociale, facilitando le relazioni all’interno di una comunità. La cultura con funzione sociale diviene così una dimensione del welfare, proprio come definito dalla nostra Costituzione, che produce cioè benessere.
Migliora il rapporto con noi stessi, perché l'arte - come dice Stefano Ferrari - ha anche una funzione liberatoria, riparatrice, che allevia il disagio e l’angoscia.
Dare una definizione univoca di welfare culturale è cosa impossibile, ma chiari sono gli obiettivi: tutti i linguaggi delle arti - indipendentemente dalle persone che li parlano e indipendentemente dai luoghi da cui sono trasmessi - stimolano la gioia, la bellezza, la costruzione di legami sociali.
Non è un caso che l’Istat abbia elaborato un sistema di misurazione del benessere basato anche su indicatori culturali (nella fattispecie “partecipazione culturale”), dai quali risulta - come ha rilevato Annalisa Cicerchia - che l’Emilia Romagna e la città di Bologna occupano uno dei gradini più alti.
Per la vastità e la varietà di contenuti, alla città di Bologna e alla sua Provincia viene lanciato l’invito a individuare quali siano e che impatto abbiano tali esperienze culturali sul tessuto urbano, in modo da selezionare e perfezionare la raccolta di dati.
I lavori della mattinata sono stati conclusi dal contributo geniale e originale dell’attore Alessandro Bergonzoni.
Nel pomeriggio, è stata lasciata la parola a tutti quei soggetti che hanno concorso alla elaborazione del progetto del PSM e che quotidianamente “mettono in opera” la cultura. Ciascuno di essi ha presentato la propria particolare visione, che concorre a comporre quella generale, individuando quali azioni, per il 2014, daranno un concreto contributo al progetto complessivo.
Tutte queste esperienze ci dimostrano come le ricerche artistiche applicate al sociale possono conseguire non solo benefici a livello civico e psico-fisico, ma risultati artistici di qualità tali da entrare nel ‘circuiti ufficiali’.
Le sessioni sono state aperte rispettivamente dai saluti della Presidente della Provincia, Beatrice Draghetti, e dall’assessore alla cultura del Comune di Bologna, Alberto Ronchi.